Per stare meglio e in salute spesso contribuiscono cose che facciamo tutti i giorni. Per esempio in questi giorni in particolare, tutti noi stiamo usando i riscaldamenti più del solito e questo solo per combattere Burian: il fenomeno del freddo arrivato in Italia e nel mondo portando con sé la neve.
Dobbiamo riscaldare la nostra casa senza contribuire all’inquinamento atmosferico. Uno studio comparativo realizzato dall’area Combustione e Ambiente della società Innovhub dà qualche consiglio su come limitare i danni.
I consigli iniziano dalla manutenzione degli impianti, all’attenzione della fuliggine, alle emissioni e alla ventilazione meccanica.
Partendo dalla manutenzione degli impianti possiamo dire che molto spesso non viene fatta o comunque viene fatta male. Questo chiaramente porta l’incremento nell’inquinamento. In particolare l’attenzione va rivolta alla manutenzione giornaliera delle stufe a legna o a pellet, la cui dimenticanza può portare ad una variazione dal 10 al 100% delle emissioni di pm. Questo è quello che conferma Gabriele Migliavacca – Responsabile Combustione e Ambiente di Innovhub.
La fuliggine. La combustione produce un micro-inquinante ambientale con le stesse caratteristiche dello smog urbano e può diventare una fonte di irritazione per le mucose, particolarmente rischiosa per i pazienti già colpiti da malattie che interessano l’apparato respiratorio. La fonte viene dalla redazione Medical Care di Humanitas.
Le emissioni generate da apparecchi a gas, gps, gasolio hanno un impatto negativo a livello ambientale, forse i più pericolosi inquinanti.
La migliore tecnica per migliorare la qualità dell’aria interna della nostra casa è la ventilazione meccanica controllata termodinamica (VMC) grazie alla quale si consente di ottenere un riscaldamento degli ambienti efficiente ed ecosostenibile.
Altra tecnica a favore dell’ambiente che ci circonda è quella di non riscaldare troppo gli ambienti. La temperatura della casa non dovrebbe mai superare i 22°C. In presenza di soggetti affetti da patologie asmatiche il discorso da consiglio diventa obbligo: questo perché l’aria eccessivamente calda può minare la salute delle mucose che ricoprono le pareti bronchiali, causando difficoltà respiratorie.
A prescindere da patologie, l’aria troppo calda, secca e non filtrata (come quella dei sistemi di riscaldamento tradizionali) può rappresentare un problema per la salute delle vie aeree soprattutto con la presenza nell’aria, come in questi periodi, di batteri influenzali.
A questo punto come ridurre i consumi ?
È opportuno stabilire gli orari di funzionamento della caldaia, non accenderla in fasce orarie in cui la casa è vuota. Mai superare i 20°C. Per ogni grado in più il consumo aumenta del 5-7% circa.
Consigliabile dormire a una temperatura più bassa: non è solo economico, ma salutare. Con le tapparelle abbassate si può ridurre del 50% la dispersione di calore.
Consigliamo di limitare a 5-10 minuti il ricambio dell’aria a finestre aperte: un tempo superiore raffredda l’ambiente e rallenta il raggiungimento della temperatura stabilita.
Consigliamo di spurgare periodicamente l’aria che si forma all’interno dei caloriferi, perché può peggiorarne le prestazioni. È bene non coprire o istruire i caloriferi con mobili o tendaggi.